mercoledì 4 febbraio 2009

La letteratura combinatoria (1)




Combinatoria esponenziale

I Cent mille milliards de poèmes di Raymond Queneau (1961) propongono al lettore un dispositivo di lettura combinatoria a base di linguette intercambiabili sulle quali sono scritti uno per uno i versi di un insieme di dieci sonetti (con 14 versi ciascuno). Ciò perché l’autore ha scritto i sonetti con le stesse rime e con una struttura grammaticale tale che ogni verso è intercambiabile con ogni altro verso situato nella stessa posizione. In termini matematici si tratta di una disposizione con ripetizione con n=10 e k=14, per un totale di 1014 combinazioni (centomila miliardi, appunto). Così, a seconda di una qualsiasi delle eventuali scelte, è possibile leggere sonetti come quelli che propongo come esempio:

Le roi de la pampa retourne sa chemise
pour la mettre à sécher aux cornes des taureaux
le cornédbîf en boîte empeste la remise
et fermentent de même et les cuirs et les peaux
Je me souviens encor de cette heure exquise
les gauchos dans la plaine agitaient leurs drapeaux
nous avions aussi froids que nus sur la banquise
lorsque pour nous distraire y plantions nos tréteaux

Du pôle à Rosario fait une belle trotte
aventures on eut qui s'y pique s'y frotte
lorsqu'on boit du maté l'on devient argentin

L'Amérique du Sud séduit les équivoques
exaltent l'espagnol les oreilles baroques
si l'Europe le veut l'Europe ou son destin

---------------

Le cheval Parthénon s'énerve sur sa frise
depuis que lord Elgin négligea ses naseaux
la critique lucide aperçoit ce qu'il vise
il n'avait droit qu'à une et le jour des Rameaux
Je me souviens encor de cette heure exquise
on prépare la route aux pensers sépulcraux
il grelottait le pauvre aux bords de la Tamise
lorsque vient le pompier avec ses grandes eaux

Du pôle à Rosario fait une belle trotte
aventures on eut qui s'y pique s'y frotte
même s'il prend son sel au celte c'est son bien

On regrette à la fin les agrestes bicoques
exaltent l'espagnol les oreilles baroques
le Beaune et le Chianti sont-ils le même vin?

(da "Parole" , dove un generatore automatico permette di ottenere tutti i 1014 sonetti di Queneau)

Nelle “Istruzioni per l'uso” poste a introduzione del suo libro, Queneau sostiene un po’ compiaciuto che “Calcolando 45" per leggere un sonetto e 15" per cambiare la disposizione delle striscioline, per otto ore al giorno e duecento giorni all'anno, se ne ha per più di un milione di secoli di lettura. Oppure, leggendo tutta la giornata per 365 giorni l'anno, si arriva a 190.258.751 anni più qualche spicciolo (senza calcolare gli anni bisestili e altri dettagli)” (ora in Segni, cifre e lettere e altri saggi, Einaudi, Torino, 1981).

Nella prefazione alla prima edizione dei Cent mille milliards de poèmes, il matematico François Le Lionnais (ora nell’opera collettiva La letteratura potenziale - Creazioni Ricreazioni Ri-creazioni, Bologna, Clueb, 1985) conia la formula “letteratura combinatoria” per collocare l’opera di Queneau:

(…) la letteratura sperimentale intende uscire dalla semiclandestinità, affermare la sua legittimità, proclamare le sue ambizioni, darsi dei metodi, adattarsi insomma alla nostra civiltà scientifica. La sua vocazione è di partire in avanscoperta per tastare il terreno, tracciarvi nuove piste, accertarsi se una certa strada finisce in un vicolo cieco, se un’altra è in realtà soltanto vicinale, se un’altra ancora sbocca invece in una via regia che condurrà alle Terre promesse e agli Eldorado del linguaggio. I «Centomila miliardi di poesie» ci propongono uno di questi tentativi, inscrivibile in un capitolo più vasto che si potrebbe definire «letteratura combinatoria»...

Con il concetto di letteratura combinatoria, Le Lionnais si riferisce all’insieme delle pratiche letterarie in cui l’opera non fissa a priori l’ordine dei brani di testo che la compongono, ma ne dispone anzi la ricombinazione secondo procedimenti formalizzati. In questo modo, l’opera combinatoria non viene letta, ma giocata: nel puzzle della “letteratura combinatoria” il fruitore trova delle tessere di partenza, che può smontare e rimontare a piacere seguendo le “regole del gioco” indicate. Ciò che viene sollecitato nel lettore non è più soltanto un lavoro di interpretazione o d'immaginazione, ma, a seconda dei casi, un'attività di costruzione o di coproduzione, un lavoro di genesi o di realizzazione del testo stesso. Il lettore interagisce, viene condotto a manipolare un dispositivo che produce ciò che gli è dato da leggere, e due lettori non leggeranno forse mai lo stesso testo. Questo gioco del fare letterario delega così al lettore una parte rilevante della funzione di autore; ciò che offre questa letteratura non è un prodotto letterario, ma un metodo di produzione, un oggetto letterario a metà strada tra l’opera e la struttura.


Combinatoria fattoriale

Ancor più radicale di quella di Queneau è la scelta di Marc Saporta, che nel romanzo Composizione n. 1 riduce il testo ad una sequenza di frammenti che possono essere letti in un ordine qualsiasi. Ogni pagina descrive una scena in cui agisce un personaggio. In questo caso la libertà del lettore è totale, perché egli può leggere il testo disponendo come crede l’ordine delle pagine. Per questo scopo, le pagine del romanzo, non numerate, sono separate fisicamente le une dalle altre, e stampate solo sul recto, mentre il verso è bianco. La fascetta che tiene unite le pagine riporta la frase: “TANTI ROMANZI QUANTI SONO I LETTORI. L’ordine delle pagine è casuale: mescolandole, a ciascuno il “suo” romanzo” (Marc Saporta, Composizione n. 1, Lerici, Genova, 1962). Nella prefazione all’edizione originale francese, Saporta avverte: “Il lettore è pregato di mescolare queste pagine come un mazzo di carte. Di tagliare, se lo desidera, con la mano sinistra, come si fa da una cartomante. L’ordine con il quale le pagine usciranno dal mazzo orienterà il destino di X. Infatti il tempo e l’ordine degli avvenimenti regolano la vita più che la natura degli avvenimenti stessi”. In questo caso si tratta di una permutazione di 150 elementi, per cui le possibili combinazioni sono date da 150! = 5,72 × 10262, numero che giustifica la successiva considerazione: “Una vita si compone di elementi multipli, ma il numero delle possibili combinazioni è infinito”. Per un'analisi più approfondita del testo di Saporta rimando a questo mio articolo.

La differenza tra i due testi risiede nel grado di libertà che è concessa al lettore, che a sua volta è funzione del congegno combinatorio adottato. Nei Cent mille milliards des poèmes la struttura testuale è suddivisibile in classi di elementi combinabili secondo un ordine stabilito, con una logica che il matematico oulipiano Claude Berge ha definito esponenziale, mentre in Composizione n. 1 le combinazioni (permutazioni) tra i frammenti sono totalmente affidate al caso, con una logica fattoriale. Lo schema (da Jean Clément, Elementi di poetica ipertestuale, in Bollettino del ‘900, n.1) illustra le due strutture:




L’Oulipo

Queneau, Le Lionnais e Saporta sono tutti francesi. E in Francia nel 1960 proprio i primi due avevano fondato con Jacques Bens, Claude Berge, Jacques Ducheteau, Jean Lescure e Jean Queval l’organismo di ricerca sperimentale OuLiPo (Ouvroir de Littérature Potentielle), al quale avrebbero poi aderito Perec e Calvino. È da questo gruppo di matematici con passioni letterarie e uomini di lettere con l'amore per i numeri che il fantasma della combinatoria ha cominciato ad aggirarsi nel mondo letterario.

Sin dalla fondazione, le regole del gruppo furono così enunciate: “Definiamo letteratura potenziale la ricerca di nuove forme e strutture che potranno essere utilizzate dagli scrittori nella maniera che più gli piacerà”. “Potenziale” si riferisce a qualcosa che esiste in potenza nella letteratura, cioè che si trova all'interno del linguaggio e che non è stato necessariamente esplorato. Strumento prediletto per lo studio e la produzione è la contrainte, una restrizione formale arbitraria che possa creare nuovi procedimenti, nuove forme e strutture letterarie suscettibili di generare poesie, romanzi, testi. Nel corso degli anni sono state esplorate decine di contraintes diverse, da quelle in qualche modo legate all’enigmistica, come il palindromo, l’acrostico, il lipogramma, dei quali certo non si è sottovalutato l’aspetto ludico, a forme più direttamente legate ai codici delle scienze esatte, come il calcolo combinatorio, la teoria degli insiemi o la teoria dei grafi. Fra le numerose definizioni dell'Oulipo fornite dagli stessi membri, una è assai elegante e significativa: “Un Oulipiano è un topo che costruisce il labirinto da cui si propone di uscire più tardi”. Queneau spiegava spesso che alcuni suoi lavori potevano sembrare semplici passatempi, semplici jeux d'esprit, ma ricordava che anche la topologia o la teoria dei numeri nacquero, almeno in parte, da quella che una volta si chiamava "matematica divertente".


Continua...

10 commenti:

  1. pregevole articolo, ottima spiegazione.
    ho seguito il link da alcuni commenti sul sito UAAR... ma dica lei... non ci siamo gia visti su lescienze?

    DD

    RispondiElimina
  2. Sì, sono un frequentatore dei loro blog. Ma mi è difficile identificarla da un semplice DD!
    ;-)

    RispondiElimina
  3. Affascinante, non conoscevo questo autore se non per sentito dire. Grazie della visita, Fenchurc

    RispondiElimina
  4. Una piccola aggiunta all'articolo, che forse piacerebbe a Dario Bressanini, il cui blog "Scienza in Cucina", nel portale de "Le Scienze", è tra i miei preferiti.
    E' uscito nel 2006 presso Giunti (collana il Viaggiatore / Touring) un ricettario combinatorio, il cui significativo titolo "Un milione di menù" richiama proprio Queneau. Ogni pagina risulta dalla composizione di tre schede-ricetta intercambiabili (riferibili alle tre categorie Antipasti e Zuppe, Portate principali, Dessert). Poichè ogni sezione è composta da 100 schede-ricetta, gli abbinamenti possibili sono proprio un milione (100 x 100 x 100). Purtroppo pare che il libro sia già fuori catalogo.

    RispondiElimina
  5. ma chi si mettte a leggere libri le cui pagine può mischiare a vanvera? questo è snobismo e basta

    RispondiElimina
  6. Anonimo: comprendo i tuoi dubbi. Si trattava di esperimenti, utili più per vedere l'effetto di certe costrizioni (altro che a vanvera!) che per realizzare capolavori. Comunque certe cose venute dopo sono figlie anche di queste bizzarrie: l'ipertesto, la letteratura elettronica, ecc.

    RispondiElimina
  7. ma è possibile trovare il testo (ho letto che ne è stata fatta una versione "computerizzata") cartaceo o digitale?

    RispondiElimina
  8. @Il Poeta: la versione online si trova al link "Parole" qui sopra, sotto le due poesie. Non esiste una traduzione italiana né in rete né cartacea.

    RispondiElimina
  9. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  10. Ho comprato un giochino per la mia nipotina di 5 anni. Consta di 9 dadi e su ciascuna faccia è rappresentata un'immagine. Lanciando i dadi è possibile costruire storie. Si tratta di 6 alla nona storie diverse, quindi oltre 10 milioni di storie. Considerando anche le permutazioni (un dado non prevede un ordine preciso di lancio) dei 9 dadi abbiamo 9! ossia circa 360.000 combinazioni. Quindi considerando anche le permutazioni è possibile raccontare oltre 1000 miliardi di storie, quindi solo "100" volte inferiore ai sonetti di Queneau! Nico

    RispondiElimina