martedì 30 aprile 2013

Transatlantic City


La tempesta è passata. Le onde dell’oceano sembrano essersi placate, ma i vecchi pescatori dicono di diffidare della calme improvvise, che talvolta nutrono guai peggiori. Sul lungomare ancora qualche goccia di pioggia, sulla spiaggia vecchie barche in rovina, nel cielo insistite grida di uccelli marini. Si fa buio. In uno degli alberghi-casinò, in un’ala inaccessibile al pubblico e protetta da uomini armati, i boss delle due famiglie hanno appena deciso una tregua per la spartizione del territorio. Uniti contro il comune nemico. La pace è stata voluta, quasi imposta, dal vecchio padrino, che ha salutato l’accordo con viva e vibrante soddisfazione. Comanda ancora lui, nonostante l’età e gli acciacchi. Non sono stati capaci di trovargli un successore che sia giunto vivo alla carica: tutti impallinati alle spalle, nei soliti regolamenti di conti, soprattutto tra membri dello stesso clan. 

I due nuovi boss sono convinti di aver fatto un buon lavoro. Henry e Angelo si sono anche stretti la mano, e pensare che solo un mese fa le due gang si sparavano ogni giorno, giurando eterna guerra contro i rivali. Ora tutti parlano di concordia e di sforzo comune contro l’emergenza. L’unica emergenza che li preoccupa, e che ha portato a quella stretta di mano, sono i nuovi arrivati sulla scena, gli irlandesi di Joe Cricket, gente dura, indifferente a ogni codice d’onore, decisa a impadronirsi di un potere consolidato da decenni. Sorseggiando un whiskey invecchiato, Angelo pensa al sorriso del suo vecchio, che ancora una volta è riuscito a evitare i guai con la giustizia. Henry sta telefonando allo zio e gli dice che l’irlandese si starà mordendo le mani. Entrambi ridono di P. L., che pensava di venire a patti con Cricket ed è stato fatto fuori senza tante cerimonie. 

Aver isolato gli irlandesi è un risultato importante, che non ammette critiche. Uno scagnozzo di Harry dice che chi non ci sta è fuori, è un traditore. La sua ganza è entrata nel comitato di una ventina di membri nato per garantire il patto. Lei garantisce due volte, dato che fa parte della famiglia di Angelo e il suo uomo è in quella di Henry. Tuttavia, nonostante le rassicurazioni di tutti, in pochi sorridono. Vedi tizi nei corridoi e sugli ascensori con la pistola che spunta dall’ascella. C’è nel fumo del salone una tensione che non si riesce a nascondere, che si respira anche fuori, nell’aria salmastra che sa di pesce fritto e alghe marcescenti. Tra le slot e i tavoli verdi qualcuno tira fuori dalla custodia un sassofono e incomincia suonare.

 

Qualcuno chiede a Henry quando durerà la tregua. Lui risponde laconico: “Vedrò.” Intanto il vento si rialza e riprende a piovere.

5 commenti:

  1. gajardo. nel racconto si respira la stessa aria di Puzo


    penso che l'accordo con gli irish sia stato cercato ma non voluto. tu che dici, hai qualche soffiata?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. cercato ma non voluto, sicuramente, ma da chi non voluto? la faccenda mi richiama il manzoni.
      chiaro che gli irish si sono sottratti all'accordo, ma c'è qualcosa che non torna, che viene tenuto nascosto, un po' come il niet per rodotà, per la trombatura di prodi. bersani non la racconta giusta. ha offerto solo se stesso e gli 8 punti. perché se questa era considerata veramente l'unica chance non ha potuto/voluto spingersi oltre? è come con la banda della magliana, troppe cose ci vengono nascoste e altre dette per confonderci. ora evito di accendere la tv, non voglio vederli (tutti) nemmeno per l'istante necessario a cambiare canale.

      Elimina
  2. Grazie per il racconto e per la triste pace che ne segue.

    RispondiElimina
  3. PL si è già messo a 90 gradi, cosa volete più di così. L'unica cosa è che ci è rimasto un po' troppo tempo e ne hanno approfittato tutti. Gli irlandesi adesso rosicano e fanno fuori qualcuno dei loro tanto per sfogarsi un po', intanto adesso vediamo cosa succede con Irma Mc Ullock, una delle ragazze di Mountmerion, quella è una che se non la paghi scoppia il casino!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, 90°. Nel senso di Celsius. Lavaggio a 90° e varichina. Sbiancamento totale con candeggio violento. Delle mutande rosse sono rimasti solo pochi brandelli. Bianchissimi. E però sporchi di merda.

      Elimina